IL PROSSIMO CONTATTO RADIO È ATTESO PER VENERDÌ 27

Parker Solar Probe, mai così vicini al Sole

Domani, vigilia di Natale, alle 12.53 ora italiana, la sonda Parker Solar Probe della Nasa si avvicinerà al Sole più di qualunque altra navicella spaziale in precedenza, arrivando a circa 6.1 milioni di chilometri dalla sua superficie con una velocità di quasi 700mila chilometri all’ora. Per l’invio dei dati scientifici occorrerà aspettare la fine del prossimo mese

     23/12/2024

Lo scorso 20 dicembre, gli operatori della missione Parker Solar Probe al Johns Hopkins Applied Physics Laboratory di Laurel, nel Maryland, dove la sonda è stata progettata e costruita, hanno ricevuto una trasmissione di segnali che rassicurava sul normale funzionamento di tutti i sistemi di bordo. Un semaforo verde – anche di speranza – per l’evento di domani, martedì 24 dicembre, quando alle 12.53 ora italiana la missione solare statunitense si spingerà fino a 6.1 milioni di chilometri dalla superficie della nostra stella, avvicinandosi a essa come niente e nessuno prima.

Rappresentazione artistica che mostra la sonda della Nasa Parker Solar Probe mentre entra nella corona solare. Crediti: Nasa/Johns Hopkins APL/Ben Smith

«Questo è un esempio dell’audacia delle missioni della Nasa, che fanno qualcosa che nessun altro ha mai fatto prima per rispondere a domande di lunga data sul nostro universo», commenta Arik Posner, scienziato del programma Parker Solar Probe alla sede centrale della Nasa a Washington. «Non vediamo l’ora di ricevere il primo aggiornamento sullo stato della sonda e di iniziare a ricevere i dati scientifici nelle prossime settimane».

Non solo la più vicina, ma anche la più veloce. Parker Solar Probe volerà infatti una velocità di circa 692mila chilometri all’ora e raggiungerà temperature di circa 982 gradi Celsius mentre viaggia all’interno della corona solare. A una distanza così ravvicinata, la sonda si trova proprio all’interno della corona: un’occasione che consente di svolgere indagini scientifiche senza precedenti con il potenziale di cambiare davvero la visione della nostra stella. La corona solare, con le sue temperature estremamente più alte della superficie della stella, è infatti uno dei fenomeni legati al Sole finora meno compresi. Già nel 2021, durante l’ultimo passaggio ravvicinato di Parker Solar Probe sul Sole, la sonda era riuscita a fotografare da vicino per la prima volta delle strutture chiamate “flussi coronali”, e a vedere i confini della corona.

Per arrivare fin qui, sin dal suo lancio nel 2018, la missione della Nasa ha effettuato orbite che l’hanno progressivamente avvicinata al Sole, usando il pianeta Venere a più riprese per effettuare una serie di fionde gravitazionali che la spingessero sempre più vicina alla stella. L’ultimo flyby di Venere, quello che ha instradato la sonda al massimo avvicinamento di oggi, è avvenuto lo scorso 6 novembre.

Per gli aggiornamenti sul record di oggi però bisognerà attendere qualche giorno. Durante il perielio, infatti, la trasmissione dei dati dalla sonda a terra sarà interrotta a causa dell’estrema vicinanza alla stella. Il primo segnale radio dovrebbe arrivare venerdì 27 dicembre: sarà un cosiddetto beacon tone, e servirà solo a confermare – speriamo – lo stato di salute di Parker Solar Probe dopo il flyby sul Sole. Alla fine di gennaio 2025, quando la sonda raggiungerà una posizione lungo la sua orbita in cui riuscirà a vedere bene la Terra, comincerà l’invio di tutti i dati scientifici raccolti durante il sorvolo.

Godetevi cenone e pranzo di Natale, dunque, e lasciate passare pure Santo Stefano. Ma poi tornate a sbirciare qui, o nella pagina dedicata della Nasa, per avere notizie calde – l’aggettivo non potrebbe essere più azzeccato – su quanto accadrà fra poche ore.