Una colata lavica può estendersi nel cielo? No, ma la luce della colata lavica può farlo e la Astronomy Picture of the Day (Apod) della Nasa lo dimostra. La splendida fotografia che vedete in questa pagina è opera di Davide Caliò, geologo con una grande passione per la fotografia naturalistica e paesaggistica. Nei suoi scatti, unisce l’aspetto scientifico a quello artistico, trasformando fenomeni naturali ed eventi geologici in immagini di grande impatto visivo ed emotivo. E questa volta ci è riuscito perfettamente, catturando un fenomeno davvero insolito: una colonna di luce vulcanica.
Di solito, i pilastri di luce sono fenomeni ottici atmosferici causati dalla luce solare e appaiono come colonne luminose che si estendono verso l’alto sopra il Sole all’alba o al tramonto. Questo effetto si genera quando la luce viene riflessa da minuscoli cristalli di ghiaccio sospesi nell’atmosfera o nelle nuvole ad alta quota. Esistono anche altri tipi di pilastri di luce, alcuni dai colori vivaci, osservati sopra le luci di strade e abitazioni. In questo caso, però, il pilastro luminoso è illuminato dalla luce rossa sprigionata dal magma incandescente dell’Etna. L’immagine è stata catturata in un singolo scatto durante una mattinata di metà febbraio.
«È successo tutto in pochissimi minuti», racconta Caliò, autore dello scatto. «Stavamo risalendo la strada Altomontana per raggiungere il fronte della colata in atto, immersi nel buio e nel silenzio della notte. Poi, all’improvviso, un fascio luminoso ben visibile a occhio nudo si è esteso per centinaia di metri, forse chilometri, sopra il vulcano. L’adrenalina è salita, abbiamo gettato gli zaini a terra per montare il treppiede, impostato la fotocamera e scattato. Il primo scatto ha catturato in modo chiaro ed evidente il Light Pillar, mentre nei due successivi, a distanza di 13 secondi l’uno dall’altro, il fenomeno era quasi del tutto svanito. È stato un istante irripetibile, un frammento di luce sospeso nel tempo, che ho avuto la fortuna di immortalare».
Le temperature sotto lo zero sopra il flusso di lava dell’Etna hanno favorito la formazione di cristalli di ghiaccio, sia nell’aria sovrastante il vulcano che nel vapore acqueo condensato emesso dall’eruzione. Questi cristalli, che tendono a disporsi orizzontalmente mentre discendono, riflettono la luce sottostante. La loro presenza a diverse altitudini crea un effetto di allungamento verticale del riflesso, dando origine a una colonna luminosa. Quanto più numerosi e grandi sono i cristalli, tanto più marcato risulta questo fenomeno.