SCIENZA AL FEMMINILE

Ragazze spaziali e scienziate visionarie

Donne “con la testa sulla Luna” – astronaute, ingegnere, agronome, esperte di conservazione dei cibi e giornaliste – e dieci scienziate visionarie, fra le quali la Rachel Carson di “Primavera silenziosa”, sono le protagoniste dei due libri recensiti dall’astrofisica Patrizia Caraveo due settimane fa sul Sole24Ore nell’articolo che vi riproponiamo oggi con il consenso dell’autrice

     21/03/2025

Amalia Ercoli Finzi, Elvina Finzi con Tommaso Tirelli, “Le ragazze della Luna. Sogni e scoperte delle scienziate dello spazio”, Mondadori 2024, 256 pagine, 16,50 euro

La storia scorre tra corsi e ricorsi e oggi stiamo vivendo (con stupore e grande tristezza) un momento di negazione delle conquiste che erano considerate acquisite. Se davate per scontato che i principi di parità di genere e di inclusione dovessero diventare un cardine della nostra società, forse è meglio che vi guardiate intorno. Le agenzie federali americane stanno facendo passare a setaccio tutti i progetti già finanziati alla ricerca di quelli che trattano argomenti riconducibili a Diversity-Equity-Inclusion. Sono temi indigesti alla nuova amministrazione che ha appena licenziato due signore con il rango di ammiraglio a 4 stelle, che erano a capo della guardia costiera e della marina americana, perché promuovevano politiche inclusive.

L’acronimo Dei è diventato uno spauracchio e la scure governativa si è abbattuta su ricerche che si proponevano di studiare come il genere influenzi le cure mediche, oppure cosa fare perché studenti di diverse etnie e di diverse classi sociali possano avere migliori possibilità di accedere ai percorsi di studio che poi determineranno il loro futuro. Tutte le grandi università che, negli anni, avevano messo a punto dei programmi per aiutare gli studenti che avevano più difficoltà a essere ammessi perché non prevenivano da grandi scuole, hanno dovuto affrettarsi a cancellare la parola ‘inclusione’ dai loro siti web, perché dire che si vogliono aiutare gli studenti (e le studentesse) di colore secondo la nuova amministrazione acuisce le differenze razziali piuttosto che mitigarle. Tra le agenzie federali che devono evitare “shameful discrimination” c’è anche la Nasa, il cui personale ha ricevuto un memo perentorio dove viene ordinato di cessare ogni attività collegata alla promozione delle diversità, equità e inclusione per evitare lo sperpero di denaro pubblico. E pensare che la parola inclusion era stata aggiunta tra gli obiettivi della Nasa proprio dall’amministratore nominato durante la prima presidenza di Trump. Non è un caso che l’Agenzia si facesse vanto di avere nei suoi ranghi donne che avevano dovuto superare ostacoli e barriere per costruire prestigiose carriere partendo da posizioni svantaggiate. Le loro biografie, che dovevano servire da ispirazione e modello per le studentesse, sono state oscurate e non risultano più accessibili sui siti web della Nasa. Il fatto che l’Agenzia si fosse sempre impegnate nel fare “affirmative action” non ha alcuna importanza, non si scherza con gli ordini esecutivi. Chissà se farà la stessa fine anche la promessa di portare la prima donna sulla Luna, promessa fatta sempre da Trump nel suo primo mandato.

Cristina Mangia e Sabrina Presto, “Scienziate visionarie. 10 storie di impegno per l’ambiente e la salute”, Edizioni Dedalo 2024, 156 pagine 17 euro

Per fortuna ci sono molte donne che la testa sulla Luna ce l’hanno già, come loro stesse raccontano nel libro Le ragazze della Luna, un compendio di scienza spaziale al femminile coordinato da Amalia Finzi, antesignana delle ingegnere aerospaziali in Italia, insieme alla figlia e al genero. Si va dalla futura astronauta, alle ingegnere che costruiscono i moduli abitativi per ospitare gli esploratori lunari, all’agronoma che studia come fare crescere la verdura nelle serre spaziali, all’esperta di conservazione dei cibi che non si devono deteriore nei lunghi viaggi interplanetari, alla giornalista e alla divulgatrice, a chi si occupa di diplomazia spaziale, a chi guarda al lato economico dello spazio e a chi si preoccupa di pulire le orbite terrestri dai detriti spaziali. Nelle conversazioni Amalia ha una visione pragmatica dei problemi da affrontare sempre improntata all’ottimismo che, insieme alla determinazione, costituisce il filo conduttore della sua carriera.

Del resto, è proprio il mix tra determinazione e aspirazione che ritroviamo nelle storie raccolte nel libro Scienziate visionarie scritto da Cristina Mangia e Sabrina Presto. Sono tutte affascinanti le storie di queste dieci pioniere che hanno lasciato un’impronta nel campo della salute pubblica e della salvaguardia ambientale. Sono storie di lotte per migliorare le condizioni igieniche e abbattere la mortalità infantile, per tutelare la salute nelle fabbriche, per combattere lo sversamento dei rifiuti industriali nei fiumi, per imparare a proteggere la biodiversità. Benché abbiano operato in ambiti diversi, le scienziate visionarie sono accomunate dalla capacità di pensare fuori dagli schemi comunemente accettati trovandosi presto ad essere delle voci isolate che remano controcorrente, spesso osteggiate dalla scienza ufficiale solidamente in mano maschile. Difficile decidere quali di queste figure abbia avuto maggior impatto, certo una delle più conosciute è Rachel Carson, che ha iniziato la sua carriera come biologa marina portando i problemi del mare al pubblico con libri di grande successo. Tuttavia la sua fama planetaria è legata al libro Silent Spring (Primavera silenziosa), dove esamina gli effetti del Ddt su piante e animali. Sono gli anni dell’entusiasmo per l’uso del Ddt, che viene considerato la soluzione definitiva per liberarsi degli insetti nocivi. Peccato che quello che viene chiamato “the insect bomb” abbia effetti devastanti su tutto l’ambiente, avveleni piante e animali e sia cancerogeno per l’uomo. Denunciando il silenzio causato dalla morte delle uccelli, Rachel Carson scrive una pietra miliare nella storia dell’ambientalismo e nelle necessità di regolare l’uso degli insetticidi per proteggere la salute di tutti. Regole che rischiano di essere indebolite dalla nuova amministrazione americana che vuole ridimensionare l’agenzia per la protezione ambientale.