A gennaio, l’Eso ha lanciato pubblicalmente l’allarme sulla minaccia posta ai cieli più bui e limpidi del mondo, quelli dell’Osservatorio Paranal dell’Eso, dal megaprogetto industriale Inna. Il progetto, di Aes Andes, una filiale della società elettrica statunitense Aes Corporation, comprende molteplici impianti energetici e di trasformazione, distribuiti su un’area di oltre 3000 ettari, pari alle dimensioni di una piccola città. La sua ubicazione prevista è a pochi chilometri dai telescopi del Paranal.
Un’analisi preliminare effettuata all’epoca ha rivelato che, a causa delle sue dimensioni e della vicinanza al Paranal, il progetto Inna poneva rischi significativi per le osservazioni astronomiche. Ora, un’analisi tecnica dettagliata ha confermato che l’impatto di Inna sarebbe devastante e irreversibile.

Immagine della settimana del 12 luglio 2021 scattata dall’osservatorio Paranal dell’Eso. Crediti: Eso/P. Horálek
Inquinamento luminoso accecante
Secondo la nuova analisi dettagliata, il complesso industriale aumenterebbe l’inquinamento luminoso sopra il Vlt (Very Large Telescope), che si trova a circa 11 km dalla posizione pianificata di Inna, di almeno il 35 per cento rispetto agli attuali livelli di base della luce artificiale. Un’altra delle strutture del Paranal, l’Elt dell’Eso, vedrebbe l’inquinamento luminoso sopra di sé aumentare di almeno il 5 per cento. Questo aumento rappresenta già un livello di interferenza incompatibile con le condizioni richieste per osservazioni astronomiche di livello mondiale. L’impatto sui cieli sopra il Ctao-sud, situato a soli 5 km dall’Inna, sarebbe il più importante, con l’inquinamento luminoso che salirebbe di almeno il 55 per cento.
«Un cielo più luminoso limita fortemente la nostra capacità di rivelare direttamente esopianeti simili alla Terra, osservare galassie deboli e persino monitorare asteroidi che potrebbero causare danni al nostro pianeta», dice Itziar de Gregorio-Monsalvo, rappresentante dell’Eso in Cile. «Costruiamo i telescopi più grandi e potenti, nel posto migliore sulla Terra per l’astronomia, per consentire agli astronomi di tutto il mondo di vedere ciò che nessuno ha mai visto prima. L’inquinamento luminoso da progetti come l’Inna non ostacola solo la ricerca, ma ci sottrae la visione condivisa dell’universo».
Per l’analisi tecnica, un gruppo di esperti guidato dal direttore operativo dell’Eso Andreas Kaufer ha lavorato insieme con Martin Aubé, un esperto di fama mondiale sulla luminosità del cielo nei siti astronomici, per eseguire simulazioni utilizzando i modelli di inquinamento luminoso più avanzati. Come input, le simulazioni hanno utilizzato informazioni disponibili al pubblico fornite da Aes Andes quando ha presentato il progetto per la valutazione ambientale, che afferma che il complesso sarà illuminato da oltre mille fonti luminose.
«I risultati sull’inquinamento luminoso che indichiamo assumono che il progetto installerà le lampade più moderne disponibili in modo da ridurre al minimo l’inquinamento luminoso. Tuttavia, siamo preoccupati che l’inventario delle sorgenti luminose pianificato da Aes non sia completo e il più adatto allo scopo. In tal caso, i risultati già allarmanti sottostimerebbero il potenziale impatto del progetto Inna sulla luminosità del cielo del Paranal», spiega Kaufer, aggiungendo che i calcoli presuppongono condizioni di cielo sereno.
«L’inquinamento luminoso sarebbe ancora peggiore se considerassimo cieli nuvolosi», continua Kaufer. «Sebbene il cielo del Paranal è senza nuvole per la maggior parte dell’anno, molte osservazioni astronomiche possono comunque essere eseguite quando ci sono sottili cirri: in questo caso l’effetto dell’inquinamento luminoso è amplificato poiché le luci artificiali vicine si riflettono notevolmente sulle nuvole».
Turbolenza in arrivo
L’analisi tecnica ha esaminato altri impatti del progetto, come l’aumento della turbolenza atmosferica, gli effetti delle vibrazioni sulla delicata attrezzatura dei telescopi e la contaminazione da polvere sulle ottiche sensibili del telescopio durante la costruzione. Tutto ciò aumenterebbe ulteriormente l’impatto dell’Inna sulle capacità di osservazione astronomica dal Paranal.
Oltre ai cieli bui e limpidi, l’Osservatorio di Paranal è il sito migliore al mondo per l’astronomia grazie alla sua atmosfera eccezionalmente stabile: ha ciò che gli astronomi chiamano eccellenti condizioni di visibilità (seeing) o un bassissimo “scintillio” degli oggetti astronomici causato dalla turbolenza nell’atmosfera terrestre. Con Inna, le migliori condizioni di visibilità potrebbero deteriorarsi fino al 40 per cento, in particolare a causa della turbolenza dell’aria causata dalle turbine eoliche del progetto.
Florentin Millour ha catturato questo panorama mozzafiato della cometa C/2024 G3 (ATLAS) nel gennaio del 2021 January 21 dal Osservatorio del Paranal in Cile. Il Very Large Telescope fa bella mostra di sè sulla cima del Cerro Paranal, sulla sinistra, mentre la cometa tramonta all’orizzonte occidentale appena dopo il tramonto. Crediti: F. Millour/Eso
Un’altra preoccupazione è l’impatto delle vibrazioni causate da Inna sull’interferometro del Vlt (Vlti) e sull’Elt, entrambi estremamente sensibili ai disturbi microsismici. L’analisi tecnica rivela che le turbine eoliche di Inna potrebbero far aumentare queste micro-vibrazioni del terreno abbastanza da compromettere le operazioni di questi due strumenti tra i migliori al mondo. Anche la polvere sollevata durante la costruzione è problematica poiché si deposita sugli specchi dei telescopi e ne ostruisce la vista.
«Presi tutti insieme, questi disturbi minacciano seriamente la possibilità che oggi e a lungo termine il Paranal rimanga il leader mondiale nel campo dell’astronomia, causando la perdita di scoperte chiave sull’universo e compromettendo il vantaggio strategico del Cile in quest’area», dice de Gregorio-Monsalvo. «L’unico modo per salvare i cieli incontaminati del Paranal e proteggere l’astronomia per le generazioni future è trasferire altrove il complesso Inna».
Inoltre, la presenza delle infrastrutture dell’Inna potrebbero incoraggare lo sviluppo di un polo industriale nella zona, che potrebbe trasformare il Paranal in un sito inutilizzabile per le osservazioni astronomiche di alto livello.
«L’Eso e i suoi stati membri sostengono pienamente la decarbonizzazione energetica. Per noi il Cile non dovrebbe essere costretto a scegliere tra ospitare gli osservatori astronomici più potenti e sviluppare progetti di energia verde. Entrambe sono dichiarate dal paese priorità strategiche e sono pienamente compatibili, se le strutture sono situate a distanza sufficiente l’una dall’altra», spiega il direttore generale dell’Eso Xavier Barcons.
Processo partecipativo dei cittadini
Il rapporto tecnico completo sarà presentato alle autorità cilene entro la fine del mese come parte del processo partecipativo dei cittadini (Pac) nella valutazione dell’impatto ambientale dell’Inna e reso pubblico in quel momento, prima della scadenza del 3 aprile. Oltre a questo comunicato stampa, l’Eso rende pubblico in anticipo un riassunto esecutivo del rapporto.
«Siamo molto grati per il supporto che abbiamo ricevuto dalla comunità di ricerca cilena e da quella mondiale e in particolare dagli stati membri dell’Eso. Ringraziamo anche le autorità cilene per aver esaminato la questione. Siamo più che mai impegnati a lavorare insieme per proteggere gli insostituibili cieli del Paranal», conclude Barcons.
Fonte: press release Eso