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IL NUOVO CATALOGO DI XMM-NEWTON

L’inventario dei raggi X

E' disponibile il terzo XMM-Newton Serendipitous Source Catalog, che elenca tutte le sorgenti di raggi X osservate dal telescopio orbitante dell'ESA. Una fonte di informazioni utile per gli astronomi di tutto il mondo nello studio dei fenomeni di alta energia.

  Redazione Media Inaf    24/07/2013

catalogo XMMPromette di essere una vera e propria miniera di informazioni per gli astronomi di tutto il mondo il catalogo di sorgenti cosmiche di raggi X denominato “3XMM.DR4’’, appena  reso disponibile dall’ESA. Il nome completo è XMM-Newton Serendipitous Source Catalogue, e contiene più di mezzo milione di sorgenti cosmiche in una qualità mai vista prima. In questa edizione l’identificazione delle sorgenti è più affidabile e vengono classificati anche gli oggetti più deboli e piccoli.

Con le sue 531.261 sorgenti cosmiche rilevate, dal febbraio 2000 al dicembre del 2012, il nuovo catalogo  XMM-Newton è il più grande “inventario” di oggetti celesti  osservati nella banda di radiazione elettromagnetica dei raggi X. Questo catalogo 3XMM, come anche il precedente, si basa sulle osservazioni di EPIC – lo strumento principale di XMM-Newton: si tratta di 600/700 osservazioni l’anno su piccole porzioni di cielo, in ognuna delle quali vengono ripreso, oltre al target principale, fino a 70 sorgenti ulteriori.

L’enorme mole di lavoro è stata svolta dall’XMM-Newton Survey Science Centre (SSC) un consorzio di 10 Istituti di ricerca europei di cui fa parte anche l’INAF-Osservatorio Astronomico di Brera.

“Dodici anni e più di funzionamento ininterrotto e nominale dello strumento EPIC sulla missione Newton della ESA, hanno prodotto quello che è uno dei più ricchi ed omogenei cataloghi di sorgenti di raggi X nella storia della astronomia” commenta il presidente dell’INAF Giovanni Bignami. “Oltre a non dimenticare coloro che, in Italia ed in Europa, fecero lo strumento EPIC (per esempio Gabriele Villa), adesso è il momento di ringraziare con ammirazione quelli che i dati li catalogano, analizzano ed interpretano. Al di là di centinaia di colleghi attivi in astronomia X, INAF partecipa da protagonista alla scienza ed alla legacy di Newton attraverso, tra l’altro, l’Osservatorio di Brera, parte del consorzio europeo ‘Survey Scientist‘, che ha in carico più di mezzo milione di sorgenti rivelate. E naturalmente, in collaborazione con ASI, attraverso l’ASDC, il nostro grande centro di dati astronomici spaziali.”

Per l’Osservatorio di Brera dell’INAF hanno collaborato con l’XMM-Newton Survey Science Centre Valentina Braito, Alessandro Caccianiga, Roberto Della Ceca, Tommaso Maccacaro, Paola Severgnini.

Tra gli altri istituti coinvolti, l’Università di Leicester, Regno Unito, il Mullard Space Science Laboratory dell’Università di Londra, l’Istituto di Astronomia di Cambridge, il Max-Planck Institut für extraterrestrische Physik a Garching in Germania, l’Istituto di Astrofisica a Potsdam in Germania, il Service d’Astrophysique, CEA/DSM/Dapnia, Saclay in Francia, l’Istituto di Ricerca in Astrofisica e Planetologia a Toulouse in Francia, l’Osservatorio Astronomico di Strasburgo in Francia e l’Istituto di Fisica di Cantabria, in Spagna.

Il catalogo contiene una collezione di dati senza precedenti su grandi galassie, cluster di galassie, sistemi di stelle binarie e molto altro. Nella pubblicazione è possibile trovare anche fenomeni rari e drammatici, come un buco nero che ingloba una stella producendo una potente emissione di raggi X.

L’accesso al database del catalogo sarà reso più semplice grazie a un nuovo servizio via web che renderà più facile la ricerca dei dati.

Per saperne di più:

  • La notizia sul sito dell’ESA
  • Più informazioni su XMM Newton

Licenza per il riutilizzo del testo:
 INAF, News, Presidente INAF    catalogo, ESA, INAF, OA Brera, Raggi X, x ray, XMM-Newton    Articolo pubblicato il 24/07/2013 alle 10:10. I commenti sono aperti a tutti sulla pagina Facebook del sito. Per segnalare alla redazione refusi, imprecisioni ed errori è invece disponibile un modulo dedicato.   Doi: 10.20371/INAF/2724-2641/37353
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