LO STUDIO SU NATURE, FIRMATO ANCHE DA INAF, NORMALE DI PISA E SAPIENZA

Antico buco nero dormiente catturato da Webb

È uno fra i più grandi buchi neri supermassicci non attivi mai osservati nell’universo primordiale, nonché il primo individuato durante l’epoca della reionizzazione. Gli scienziati ipotizzano che oggetti simili siano molto più comuni di quanto si pensi, ma essendo in stato dormiente emettono pochissima luce, il che li rende particolarmente difficili da individuare, persino con strumenti estremamente avanzati. La scoperta grazie alle rilevazioni di Jwst

È UN BUCO NERO SUPERMASSICCIO E QUIETO AGLI ALBORI DELL’UNIVERSO

Il bell’addormentato nel cosmo

Un buco nero gigantesco, risalente a soli 800 milioni di anni dopo il Big Bang, è stato individuato mentre “dorme” dopo un periodo di crescita vorace. Questa scoperta, che mette in discussione le attuali teorie sull’evoluzione dei buchi neri, apre nuovi interrogativi sull’universo primordiale. Ne parliamo con Rosa Valiante, ricercatrice Inaf e coautrice di uno studio pubblicato oggi su Nature

TEST CONDOTTO SUI DATI SIMULATI DELLO SPETTROGRAFO MOONS DEL VLT

Intelligenza artificiale che legge tra le righe

Si chiama M-Topnet ed è un nuovo modello di rete neurale progettato per stimare dagli spettri delle galassie quantità fondamentali come redshift, massa stellare e tasso di formazione stellare. Oltre a estrarre le grandezze richieste, M-Topnet riesce ad associare un certo grado d’incertezza alle sue previsioni e a lavorare in modo multi-tasking. Abbiamo intervistato il primo autore dello studio pubblicato su A&A, Michele Ginolfi dell’Università di Firenze

LA COPPIA SI CHIAMA D9 E SI STIMA CHE ABBIA SOLO 2,7 MILIONI DI ANNI

Stella binaria attorno al buco nero centrale

Le stelle binarie, coppie di stelle in orbita l’una attorno all’altra, sono molto comuni nell’universo, ma queste ora individuate grazie al Vlt dell’Eso sono le prima mai trovate vicino a un buco nero supermassiccio – in questo caso, Sagittarius A*, nel cuore della nostra galassia – dove l’intensa gravità può rendere instabile il sistema stellare

OGNI MARTEDÌ A PARTIRE DA OGGI, PER TRENTA PUNTATE

Sorvegliati spaziali, anche quest’anno su Rai Gulp

Nuova stagione per il programma tv “Meteo Spazio” in collaborazione con Inaf Sorvegliati spaziali: scienza e divertimento ancora insieme su Rai Gulp, in un programma per ragazzi (e non solo). Conducono Riccardo Cresci e Linda Raimondo. Consulenza scientifica, videopillole e aggiornamenti sull’attività solare di Daria Guidetti, Paolo Romano e Lidia Contarino dell’Istituto nazionale di astrofisica

GIÀ ERA LÌ PRIMA DEL BIG BANG? POTREBBE ESSERCI MODO DI PROVARLO

Materia oscura nell’inflazione calda

Considerando uno scenario d’inflazione cosmica “warm” e un meccanismo di produzione di particelle detto “freeze in”, un nuovo modello messo a punto da tre fisici teorici dell’Università del Texas a Austin, pubblicato il mese scorso su Physical Review Letters, mostra come la materia oscura potrebbe essersi formata molto prima di quanto si pensi. Abbiamo intervistato uno degli autori, il fisico romano Gabriele Montefalcone, oggi negli Usa

LA CONFERMA DA JWST, OSSERVANDO LA PICCOLA NUBE DI MAGELLANO

Dischi protoplanetari: una volta duravano di più

Il telescopio spaziale James Webb ha puntato i suoi occhi sul giovane ammasso stellare Ngc 346 dimostrando una controversa scoperta fatta oltre vent’anni fa con Hubble: i dischi protoplanetari in passato erano più longevi. «Sospettavamo l’esistenza di dischi protoplanetari con 20-30 milioni di anni d’età e oggi ne abbiamo la conferma», dice Katia Biazzo dell’Inaf, coautrice dell’articolo pubblicato oggi su ApJ