I BRILLAMENTI STELLARI SONO TROPPO BLU

Stelle a flare più letali del previsto

Rianalizzando i dati del telescopio ultravioletto Galex della Nasa, si è scoperto che i brillamenti stellari emettono molta più energia nell’ultravioletto lontano di quanto si potesse sospettare. Questa scoperta, la cui causa resta poco chiara, ha conseguenze dirette sull’abitabilità degli esopianeti in orbita attorno alle nane rosse, che appartengono alla categoria delle “stelle a flare”

A GUIDA ITALIANA LO STUDIO CHE RIPORTA LA SCOPERTA

C’è il carbonio 350 milioni di anni dopo il Big Bang

Rivelata la presenza di carbonio in una galassia 350 milioni di anni dopo il Big Bang. È la rivelazione più antica di un elemento chimico diverso dall’idrogeno. Le osservazioni, guidate da Francesco D’Eugenio dell’Università di Cambridge e realizzate con il telescopio spaziale Webb, suggeriscono che i meccanismi di funzionamento delle prime stelle siano diversi da quel che si credeva in passato

VENDESI SATELLITE TUTTO DA ESPLORARE

Marketing spaziale: il caso del programma Apollo

Inizialmente l’utilità dell’investimento nei programmi spaziali era molto discussa. Alla storica missione dell’Apollo 11 di 55 anni fa è servito un sapiente lavoro di promozione, come descritto in “Marketing the Moon” di David Meerman Scott e Richard Jurek, recensito domenica scorsa sul Sole24Ore da Patrizia Caraveo in questo articolo che vi riproponiamo con il consenso dell’autrice

L’ITALIA OSPITERÀ L’ASTRONOMIA MONDIALE A 105 ANNI DALLA PRIMA EDIZIONE

Dopo Città del Capo, la Iau tornerà a Roma nel 2027

Domani il passaggio di consegne dal Sudafrica all’Italia durante la cerimonia di chiusura dell’edizione 2024 dell’Assemblea generale dell’Unione astronomica internazionale. Dal 9 al 19 agosto 2027 il più grande meeting astronomico al mondo tornerà nella Capitale dopo oltre un secolo dalla prima edizione

ESPERIMENTO SUI PROPOSAL ARRIVATI A ESO DA OTTOBRE 2023 A MARZO 2024

Proposte osservative con ChatGpt: rischio o aiuto?

Valutare il potenziale effetto dirompente di trasformatori generativi come ChatGpt sul processo di assegnazione del tempo ai telescopi, sia nella revisione delle proposte che nella loro valutazione: è l’esperimento messo in piedi da alcuni astronomi dell’Eso riguardo l’uso dell’AI nella valutazione e scrittura delle proposte osservative. Ma la questione – spiega uno degli autori, Ferdinando Patat, in questa intervista – è ben più complessa e articolata

FUSIONI FRA QUELLI STELLARI COME “FARI” PER RIVELARE QUELLI SUPERMASSICCI

Coppie di buchi neri in modulazione di frequenza

Utilizzare le onde gravitazionali emesse dalle coppie di buchi neri più piccoli come segnale “portante” per cogliere quelle a frequenza molto più bassa emesse da sistemi binari di buchi neri supermassicci, attualmente precluse agli interferometri. L’idea, illustrata questa settimana su Nature Astronomy da un team guidato dal Max-Planck-Institut für Astrophysik, richiederebbe rivelatori sensibili ai decimi di hertz

ARIEL DATA CHALLENGE 2024, APERTA FINO A OTTOBRE

50mila dollari per scoprire esoatmosfere con l’AI

La Ariel Data Challenge 2024 chiama a raccolta data scientist, astronomi e appassionati di intelligenza artificiale di tutto il mondo per contribuire a indagare le atmosfere dei pianeti al di fuori del Sistema solare. Il concorso è aperto fino alla fine di ottobre. I vincitori saranno invitati a presentare le loro soluzioni alla conferenza NeurIps, con un premio in denaro fino a 50mila dollari per le prime sei soluzioni