IL CIELO DEL MESE DI MAGGIO 2025

Marte nel Presepe a primavera

Archiviata la possibilità di osservare la cometa C/2025 F2 Swan, che si è disintegrata nel suo cammino verso il Sole, il mese di maggio ci offre la possibilità di esprimere desideri con le stelle cadenti e un bellissimo avvicinamento prospettico di Marte all’ammasso del Presepe, nella costellazione del Cancro

POTREBBE ESSERE UN FRAMMENTO DI UN PIANETA PRIMORDIALE

Una nuova veste per Vesta

Uno studio pubblicato su Nature Astronomy rivela che Vesta possiede una struttura interna molto diversa da quanto ipotizzato finora. La ricerca, condotta da un team del Jpl della Nasa utilizzando i dati della missione Dawn, mette in discussione l’origine stessa dell’asteroide. Maria Cristina De Sanctis (Inaf): «I risultati dello studio hanno implicazioni sia sull’epoca che sul processo di formazione di Vesta»

OSSERVATO COM’ERA 6,5 MILIARDI DI ANNI FA

Foto di gruppo con galassie

L’immagine del mese di aprile del telescopio spaziale Webb selezionata dall’Esa ritrae un gruppo di galassie, il più massiccio all’interno del pluristudiato campo Cosmos-Web, dove un nuovo studio guidato da Greta Toni dell’Università di Bologna ha identificato oltre milleseicento gruppi galattici. Bonus track: una seconda immagine del gruppo, che immortala il gas caldo intergalattico nei raggi X

IL NUCLEO SI È DISINTEGRATO PRIMA DEL PERIELIO

Game-over per la cometa Swan

La cometa C/2025 F2 (Swan), che avrebbe dovuto raggiungere il perielio il 1° maggio alla distanza di circa 50 milioni di km dal Sole, non ce l’ha fatta. Il suo nucleo si è disintegrato e l’emissione di gas nello spazio si è ridotta drasticamente rispetto alle previsioni. Il risultato è che non ci sarà nessuna cometa sopra la soglia della visibilità a occhio nudo osservabile dopo il tramonto

UNA GRANDE FACILITY ASTRONOMICA ENERGETICAMENTE AUTOSUFFICIENTE

AtLast, una parabola da 50 metri sulle Ande cilene

Atacama Large Aperture Submillimeter Telescope (AtLast) è il nome di un radiotelescopio per microonde e lontano infrarosso (da 35 a 950 GHz) che un consorzio internazionale – coordinato da Claudia Cicone dell’Università di Oslo e del quale fa parte anche l’Inaf – sta progettando e vorrebbe costruire nel nord del Cile. Il primo meeting della seconda fase del progetto è in corso in questi giorni a Cagliari

SPIEGATO UN “GIANT FLARE” SCOPERTO CON INTEGRAL 20 ANNI FA

A volte ritornano: il brillamento gigante del 2004

Vent’anni dopo l’osservazione del più potente brillamento gigante di magnetar mai rivelato, un nuovo modello teorico spiega i dettagli di una componente dell’emissione rimasta a lungo misteriosa, mettendo in relazione questi poderosi eventi con la produzione di elementi pesanti come l’oro e il platino. Con i commenti di Sandro Mereghetti dell’Inaf, che aveva analizzato i dati originali

BRILLAMENTI DI MAGNETAR ”FUCINE D’ORO” COME LE KILONOVE

Una nuova origine per l’oro e altri elementi pesanti

Anche le magnetar, attraverso i brillamenti giganti, possono contribuire alla formazione di oro e altri elementi pesanti, processo che finora era stato identificato solo nelle rare collisioni tra due stelle di neutroni. È il risultato di uno studio teorico guidato da ricercatori della Columbia University e del Flatiron Institute, che spiega dopo vent’anni un misterioso segnale osservato da satelliti Nasa ed Esa nel 2004