CON UN COMMENTO DI PAOLO D’AVANZO DELL’INAF BRERA

Un secondo per decifrare l’onda 

Reti neurali per caratterizzare in real time gli eventi di fusione di stelle di neutroni analizzandone le onde gravitazionali. Basterà un secondo, o poco più. Il sistema, messo a punto da un team guidato dal Max Planck Institute for Intelligent Systems e illustrato la scorsa settimana su Nature, promette di rivoluzionare l’astronomia multi-messaggera, riducendo drasticamente i tempi per il follow-up

LA SCOPERTA “DIETRO CASA”

Grosso buco nero nella Grande Nube di Magellano

Scoperto un buco nero supermassiccio nella Grande Nube di Magellano. La sua presenza è stata dedotta da un gruppo di stelle iperveloci che si trovano in un angolo della Via Lattea e che proverrebbero dalla nostra galassia satellite. La massa del buco nero ammonterebbe a seicentomila volte quella del Sole. Lo studio è stato accettato per la pubblicazione su The Astrophysical Journal

STUDIO DI ARCHEOASTRONOMIA SUL TEMPIO DI DESPOINA

Riti primaverili a Lykosoura nel II secolo a.C.

L’unione di dati astronomici ed evidenze fornite da documentazione archeologica e fonti letterarie hanno portato un’archeologa della Sapienza e un astronomo dell’Inaf di Catania – Annalisa Lo Monaco e Salvo Guglielmino – a proporre che il rituale sfrenato e orgiastico che aveva luogo intorno al 200 a.C. nel santuario di Lykosoura, in Grecia, si svolgesse in due giornate all’inizio della primavera

LO STUDIO È STATO PUBBLICATO SU MNRAS

Nova rovente nella Grande Nube di Magellano

Un team di ricercatori guidati dalla Keele University, nel Regno Unito, ha studiato per la prima volta alle lunghezze d’onda del vicino infrarosso l’ultima esplosione di Lmc68, la prima nova ricorrente scoperta fuori dalla nostra galassia. Le osservazioni, condotte utilizzando i telescopi cileni Gemini South e Magellan, hanno rivelato temperature del gas espulso estremamente elevate, suggerendo un’esplosione particolarmente violenta

NUOVE IPOTESI SULLA NASCITA DEGLI OGGETTI DI MASSA PLANETARIA

Così prendono forma i pianeti senza stella

Sarebbero le interazioni gravitazionali tra dischi interstellari nei giovani ammassi di stelle a dare origine ai Pmo, solitari oggetti celesti di massa planetaria. Emersa da simulazioni idrodinamiche ad alta risoluzione, la nuova prospettiva, illustrata su Science Advances da un team guidato dall’Accademia delle scienze cinese, consente di spiegare numerose caratteristiche peculiari di questi oggetti

DA MARTEDÌ PROSSIMO SULLA PIATTAFORMA ZOONIVERSE

Cattura anche tu un radio burst solare

Si chiama “Solar Radio Burst Tracker” ed è un nuovo progetto di citizen science dedicato a speciali segnali radio, chiamati “burst di tipo III”, prodotti durante i brillamenti solari. «Chiediamo ai partecipanti di identificare le regioni degli spettri in cui sono visibili i burst solari, consentendoci così di creare un catalogo affidabile», spiega Monica Laurenza dell’Inaf di Roma

STUDIO GUIDATO DALLA NIIGATA UNIVERSITY E CONDOTTO SU DATI ALMA

Due oggetti enigmatici nel Braccio del Centauro

Li hanno chiamati ‘Oggetto 1’ e ‘Oggetto 2’ e sono due gelidi oggetti interstellari situati nel piano galattico della Via Lattea, in direzione del braccio del Centauro, la cui identità è rimasta finora un enigma irrisolto. Secondo gli astronomi potrebbero appartenere a una nuova classe di oggetti interstellari in grado di creare un ambiente favorevole alla formazione di ghiacci e molecole organiche complesse